L’incontro on line, promosso da l’Università per l’Europa, con l’ex presidente del gruppo liberale al Parlamento europeo, Sir Graham Watson, scozzese che parla bene italiano e proeuropeo, è risultato molto istruttivo e interessante, con preziosi suggerimenti di approfondimento. Pensiamo che su certi punti esposti da Watson, che parla benissimo l’italiano, sia il caso di ritornare per renderci conto meglio della loro importanza.
Vi hanno preso parte, come vedrete, oltre al prof. Francesco Gui, coordinatore della rete “L’università per l’Europa. Verso l’unione politica”, il conduttore Alessio Pisanò, da Bruxelles, e la professoressa Natina Cristiano, da Reggio Calabria, promotrice del Premio europeo Marco e Alberto Ippolito, Oltre ad alcuni amici intervenuti di grande cultura federalista, della cui presenza ci siamo sentiti davvero onorati e rallegrati sono state poste a Sir Watson le domande pervenutaci, fra gli altri, dai professori Maurizio Franzini, Guido Levi, Renato Moro e Giulia Vassallo.
Lo scorso venerdì 30 ottobre la rete accademica “l’Università per l’Europa. Verso l’Unione politica”, in collaborazione con la sezione di Roma del Movimento Federalista Europeo, ha organizzato un webinar Zoom con l’europarlamentare tedesco Sven Giegold, esponente dei Verdi europei, membro della Commissione economica del Parlamento europeo.
Giegold ha dimostrato già da tempo particolare predisposizione al dialogo con l’Italia, attivando numerosi webinar italo-tedeschi su temi strategici per l’integrazione europea. Tra l’altro si dichiara apertamente federalista ed è da tempo membro del board dell’intergruppo federalista al Parlamento europeo (ovvero Gruppo Spinelli).
Con Giegold è stato approfondito soprattutto il tema del Green Deal, grazie anche alla partecipazione del Prof. Alberto Majocchi, che ha recentemente pubblicato per il Mulino il libro “Carbon Pricing: La nuova fiscalità europea e i cambiamenti climatici”.
Di seguito sottolineiamo alcuni temi interessanti, nella prima parte del dibattito:
– la posizione dei Verdi europei nei confronti dell’attuale Commissione: critiche e condivisione di obiettivi in merito al Green Deal
– la critica all’esercizio del diritto di veto nelle decisioni sulle riduzioni delle emissioni di CO2, che dovrebbe invece essere materia di codecisione e non condizionata dal Consiglio europeo
– l’importanza strategica della questione ambientale, che nel lungo periodo, se trascurata, può risultare più pericolosa del Covid
– la necessità del rispetto dei criteri del Green Deal nella Politica Agricola Comune, malgrado le reticenze della Commissione
Il Prof. Majocchi, favorevole alle decisioni tedesche di estendere l’Emission Trading System (ETS) a nuovi settori, ha fornito informazioni sia sui limiti di emissioni inquinanti attualmente vigenti che sulle proposte di ulteriori limitazioni oggi all’ordine del giorno; inoltre ha sottolineato l’importanza di tutelare le norme ambientali europee dalla concorrenza delle altre aree del mondo, anche mediante l’introduzione del Carbon Border Adjustement.
Giegold ha risposto che una realistica politica climatica, per quanto ambiziosa, deve risultare tanto economicamente profittevole quanto giusta socialmente. Le considerazioni più specifiche proposte dall’Eurodeputato verde, per un verso risultate favorevoli ad un approccio liberale per estendere l’ETS a tutti i settori produttivi, in quanto economicamente conveniente, hanno al tempo stesso suggerito precisi provvedimenti per tutelare le esigenze dei più svantaggiati. Tra
l’altro Giegold ha suggerito una proposta alternativa al Carbon Border Adjustement, nel caso quest’ultimo susciti forti opposizioni a livello internazionale.
Rispondendo alla domanda sui Verdi italiani, ha lamentato un eccesso di conflittualità interna che ne avrebbe impedito uno sviluppo analogo a quello avvenuto in Germania. Si è comunque dimostrato fiducioso in una ripresa in Italia delle forze favorevoli all’ambiente, specie tra i giovani, visto il successo del movimento giovanile Fridays For Future.
Sul tema della Cina come alleato o competitor dell’UE nella sfida ambientale, ha sostenuto la necessità di una cooperazione mondiale a tutela dei beni comuni, evidenziando però come essa rappresenti un rivale nella proposta di un modello di società radicalmente collettivistico e di governo illiberale che non tutela i diritti individuali. Si è poi soffermato sul rapporto transatlantico auspicando
un cambiamento dalle elezioni americane in grado di conservare la tradizionale intesa tra Europa e USA, insistendo in ogni caso sulla necessità di una maggiore sovranità europea.
Nell’ultima parte ha risposto alle seguenti sollecitazioni:
– sul Just Transition Fund, nato per supportare un processo di transizione ecologica delle economie fortemente dipendenti dal carbone, come quelle di Paesi UE del centro-est, rammaricandosi per un taglio delle risorse del fondo, a seguito dell’accordo del Consiglio europeo, ha individuato nel Next Generation EU uno strumento che possa aiutare a raggiungere gli stessi obiettivi
– su possibili conflitti tra Direzioni Generali della Commissione nella gestione del pacchetto Green Deal, ha sottolineato l’importanza del ruolo del Presidente della Commissione europea come garante del perseguimento degli obiettivi del programma. Interessante notare come la Presidenza Juncker era a suo dire riuscita a gestire questi conflitti, forte della legittimazione del voto elettorale dei cittadini europei tramite il sistema degli Spitzenkandidaten, che manca invece alla von der Leyen (ed è per questo che i Verdi non l’hanno votata come Presidente)
– sul contrasto politico tra Parlamento europeo e Consiglio relativo alla questione dello Stato di diritto nell’UE, ha ravvisato con piacere che esiste un fronte comune in materia tra le forze proeuropee del PE, ma che inevitabilmente, vista la naturale ritrosia del Consiglio europeo a far sanzionare uno dei suoi membri, si arriverà ad un compromesso per permettere di approvare il bilancio pluriennale e il Next Generation EU. Rileva però come sia importante il ruolo della Commissione europea nel perseguire il rispetto dei valori fondanti dell’UE anche attraverso procedure d’infrazione nei confronti degli Stati, su cui auspica un maggiore coraggio e rigore da parte della Commissione stessa nel
perseguire tutte le infrazioni riscontrabili.
– sul tema dell’introduzione di una digital tax europea ha rilevato come sia proprio il governo tedesco a frenare, in quanto predilige un accordo preventivo in sede OCSE. Giegold e i Verdi tedeschi al contrario si riconoscono nella posizione della Francia, che vorrebbe una rapida introduzione della tassa. L’interesse europeo per lui non può essere sacrificato rispetto al consenso americano perchè ciò non avviene all’inverso. Per questo è ritornato sul concetto della difesa della sovranità europea come obiettivo comune.
Lo scambio europeo con Giegold merita di essere seguito anche per quanto emerge rispetto ai rapporti tra Italia e Germania.
Ringraziamo tutti gli intervenuti per le domande poste al relatore, in particolare il giornalista Alessio Pisanò e la sua collaboratrice Soler Cardenas, per la conduzione dell’evento e la sua trasmissione via Zoom.
La rete accademica “l’Università per l’Europa. Verso l’unione politica” ha organizzato, in collaborazione con la sezione di Roma del Movimento Federalista Europeo, un dibattito online sulle proposte economiche in discussione in sede europea per fronteggiare la crisi pandemica e i drammatici effetti economici.
Relatori dell’incontro sono stati Paolo Guerrieri, docente del College of Europe e consigliere scientifico IAI e Daniel Gros, direttore del think tank CEPS
Per la rubrica “Le Università intervistano i parlamentari europei”
Intervista, realizzata a Bruxelles, a Fabio Massimo Castaldo (M5S), Vice Presidente del Parlamento europeo, per la rete “l’Università per l’Europa. Verso l’unione politica”. A porre domande provenienti dalle università italiane è il giornalista Alessio Pisanò.
Temi affrontati:
– proposte per il superamento del deficit democratico nell’UE
– Angela Merkel alla Presidenza della Commissione?
– elezioni primarie europee per scegliere i candidati alla Presidenza della Commissione
– la futura collocazione dei 5 Stelle nel prossimo Parlamento europeo
– possibile alleanza con i “gilets jaunes”?
– Europa a due o più velocità: che fare dopo la Brexit?
– L’Italia e il suo rapporto con la Francia e la Germania
– Il Trattato di libero scambio tra UE e Canada e la difesa degli agricoltori italiani: la posizione dei 5 Stelle sulla ratifica del Trattato
Si ringraziano in particolare per le domande:
Lino Saccà (“I Mediterranei” network Jean Monnet chairs)
Salvatore Aloisio (Università di Modena e Reggio Emilia)
Carlo Curti Gialdino (Sapienza Università di Roma)
Franco Carlo Ricci (Università della Tuscia)
Fabio Masini (Università Roma Tre)
Oreste Calliano (Università di Torino)
Grazie all’onorevole Castaldo e ad Alessio Pisanò per l’intervista e ai colleghi universitari per l’invio delle domande!
Secondo appuntamento con la rubrica “le Università intervistano i Parlamentari europei”, realizzata dalla rete accademica l’Università per l’Europa. Verso l’unione politica, con la gentile collaborazione di Alessio Pisanò da Bruxelles.
Con l’ausilio della stagista Carolina Zanoni, sono state effettuate due nuove video interviste:
Mercoledì mattina 12 novembre alle ore 9.30 la europarlamentare francese Sylvie Goulard concederà alle università italiane una videoconferenza da Bruxelles. Gruppi di ascolto costituiti da professori, studenti, ricercatori in varie università italiane potranno a loro volta inviare domande via SMS al giornalista Alessio Pisanò che le sottoporrà all’on. Goulard. Sylvie Goulard parla perfettamente in italiano ed ha pubblicato diversi volumi fra i quali “La democrazia in Europa” insieme al prof. Mario Monti e “Europe: amour ou chambre à part?”.